[metaslider id=20489] In questi giorni che precedono la Design Week, si parla fortemente del rilancio di un brand che è stato tra i protagonisti del …
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Arriva a Milano la campagna promozionale “Amo il lino”
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Dal 4 al 12 maggio arriva a Milano SOLO LINO, la campagna a sostegno del lino.
Dopo la Francia, anche l’Italia sostiene la campagna triennale di promozione di questa fibra realizzata dalla CELC-Confederazione europea del lino e della canapa e co-finanziata dall’Unione europea.
Anche l’associazione Montenapoleone District aderisce all’iniziativa che porterà nel cuore della città,un’installazione luminosa creata dal designer Philippe Nigro e realizzata con oltre 400 metri di tessuti di lino. La scenografia si accompagnerà ad un campo di lino, ideato per presentare le diverse tappe della trasformazione della pianta fino al prodotto finito.
Ma non finisce qui. Negli stessi giorni, alcune boutique e punti vendita di Milano aderiranno allo slogan Amo il Lino: un’occasione unica per attirare l’attenzione e la curiosità dei consumatori sul lino, fibra verde per eccellenza, e dei suoi benefici nella sua offerta moda, design e lifestyle.
Rossella Alfani
Credits Immagini: Courtesy of Press Office
Ichendorf Glassworks a Palazzo Litta – Milano Design Week #04
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Ogni hanno il Fuorisalone diventa sempre più internazionale e vede crescere la presenza di brand che scelgono location d’eccezione per presentare le loro collezioni. Tra queste emerge Palazzo Litta, edificio storico di Milano, che ospiterà la 4a edizione di “A Matter of Perception” esplorando il tema “Linking Minds”.
Farà parte di questa raffinata selezione l’installazione Ichendorf Glassworks curata dal duo italo-giapponese Mist-o, formato da Tommaso Nani e Noa Ikeuchi. L’azienda Ichendorf si presenta così per la prima volta alla Design Week con una collezione firmata da Federico Angi, Cristina Celestino, Denis Guidone, Jenkins & Uhnger e Mist-o. Bicchieri in vetro borosilicato, porta essenze, vasi, set per il rito del tè, decanter e altri oggetti che entrano nelle case con delicatezza, eleganza e lucentezza, trovando una giusta e umana collocazione. L’azienda lavora da sempre vetro, cristallo e borosilicato, fino a ciò che di volta in volta i designer richiedono per la loro idea che diventa tangibile grazie al lavoro dei maestri vetrai.
L’allestimento che vedremo a Palazzo Litta propone una visione dal carattere museale: i prodotti Ichendorf saranno esposti su basamenti bianchi irregolari e con forme diverse tra loro per presentare ogni collezione in maniera unica e sartoriale.
…Buona visita!
Design in pillole
Ichendorf è nata nei primi anni del Novecento in Germania e nel 1990 il cuore creativo dell’azienda si è spostato a Milano.
L’installazione Ichendor Glassworks sarà uno dei numerosi eventi all’interno di Palazzo Litta, aperto in occasione della Design Week dal 4 al 9 aprile in corso Magenta 24.
La mostra collettiva “A Matter of Perception” di Palazzo Litta è prodotta da Mosca Partners e DAMN° magazine.
Fiammetta Gamboni
Credits Immagini: Alberto Strada
Pijama + Offfi – Milano Design Week #03
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Continua la nostra selezione degli imperdibili eventi della Design Week, e oggi parliamo di due brand molto noti al pubblico milanese.
Si tratta di Pijama, marchio di softcase e accessori in neoprene, e Offfi, eclettico spazio verde in zona Isola, che insieme presenteranno il 6 aprile la prima collezione di coprivasi in edizione limitata dai pattern colorati. L’idea è stata quella di trasformare il caspò, solitamente in ceramica o in metallo, in un oggetto morbido e colorato che già ci immaginiamo nelle nostre case. Sarà possibile vedere i risultati in occasione del Salone del Mobile contemporaneamente nelle due vicine locations di via Pastrengo e via Carmagnola.
Per ora, sappiamo che i tessuti e le piante sono stati selezionati da Offfi mentre i pattern sono di Pijama. Tra questi ci saranno i gometrici Black&White, il floreale Fern Blue, le stampe Wax e il nuovo Dotty jack yellow in tessuto jaquard. Non ci resta che ricordavi che l’intera collezione sarà acquistabile durante tutta la Milano Design Week!
Per chi non conoscesse ancora i protagonisti di questa felice collaborazione dovete sapere che…
Design in pillole
Pijama (@pijamagram) nasce nel 2006 da un’idea di Monica Battistella, fashion designer e Sergio Gobbi, architetto.Dalla iniziale creazione di soft case per le tecnologie Apple si arricchiscono di nuovi prodotti come borse, zaini e pochette multiuso, dalla linea di accessori per il viaggio alla linea bici. Pijama è un distribuito in tutto il mondo, dall’Europa al Giappone, rigorosamente 100% designed and made in Milan.
Offfi (@offfimilano) è uno spazio nel vero cuore del quartiere Isola di Milano nato nel 2014 dalla grande passione per fiori e piante di Mario Nobile che, dopo una carriera di oltre 10 anni in un gruppo farmaceutico internazionale, ha deciso di reinventarsi dedicandosi al suo più grande hobby. Da Offfi si possono trovare vasi realizzati a mano da una secolare “poterie” in Provenza, ceramiche atestine create partendo dagli stampi originali di Girolamo Franchini risalenti al settecento ma anche vasi soffiati dai maestri vetrai di Empoli nel loro caratteristico vetro verde.
Fiammetta Gamboni
Credits Immagini: Courtesy of Press Office
BLOW by Seletti & Studio Job – Milano Design Week #01
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A meno di un mese dall’inizio della 56a edizione del Salone Internazionale del Mobile di Milano si vocifera sulle prime novità. Le #AuburnGirls, dividendosi tra la Fiera e il Fuorisalone, sveleranno giorno dopo giorno gli eventi più importanti e imperdibili della Milano Design Week!
Tra le numerose preview abbiamo scelto un brand italiano che continua a mostrarsi come il più irriverente e democratico: SELETTI. Quest’anno, dal 4 al 9 aprile, presenterà presso il Seletti flagship store la collezione BLOW in collaborazione con Studio Job, considerato il duo più folle e innovativo del mondo del design. Tappeti, lampade neon, sedie pieghevoli, specchi e un set di piatti in porcellana fanno parte di questa linea di prodotti che sono pervasi da uno spirito “pop”.
Come le lampade a neon a muro che richiamano l’immaginario di Warhol e le tavole calde americane: “Lips”, che rappresenta una bocca aperta, “Flash”, dalle forme di un lampo stilizzato, e “Hot Dog”. E ancora i tappeti Sausage Department, che evocano con ironia lo stemma della presidenza americana, Egg e Dartborard, i cui nomi lasciano intuire le forme non convenzionali di un uovo e di un bersaglio.
Stefano Seletti, art director del brand racconta: “[…] In Seletti amiamo l’idea di sovvertire il concetto di ‘esclusività’ mettendolo in relazione a standard che sono diversi dal mero valore economico; trasformiamo l’esclusività in accessibilità, nei gusti personali e culturali del nostro pubblico. Le nostre collezioni si amano o si odiano, non ci sono vie di mezzo!”.
L’obiettivo della collezione BLOW è la volontà di offrire agli amanti del design oggetti da sogno creati dalla fantasia di Studio Job, dando la possibilità di arredare le proprie case con oggetti unici e accessibili. Un invito forte e chiaro arriva da Job Smeets di Studio Job: “Hey Design world! BLOW your heart out! This year we’re really going for it! We feel strong, happy and seductive!”.
Design in pillole
Il Seletti flagship store sarà aperto dal 4 al 9 aprile in corso Garibaldi 117
Lo store si troverà all’interno del Brera Design District, il più importante distretto di promozione del design in Italia
Seguite su Instagram il profilo @selettiworld per rimanere aggiornati su tutte le iniziative promosse dal brand
Fiammetta Gamboni
Credits Immagini: Courtesy of Press Office
365 giorni di giallo “mimosa”
“Il giallo contiene sempre in sé la natura del chiaro, e possiede una qualità, dolcemente stimolante, di serenità e di gaiezza.” Così, nel 1810, si esprimeva Wolfgang Goethe nel saggio “Teoria dei colori” a proposito del giallo, colore oggi associato più che mai alla Festa della Donna e alla mimosa, che proprio in questo periodo ci regala una fioritura gialla.
Abbiamo pensato di festeggiare questa ricorrenza stilando una wishlist di prodotti in tinta gialla pensati per l’universo femminile e senza tempo: accessori che spaziano dalla tecnologia al food, dall’arredo allo shop online, dai viaggi fino alla moda. Tra questi il trolley Popsicle di Mandarina Duck e gli occhiali da sole personalizzabili My-Link, ma anche la nuova piattaforma Diet To Go, un servizio di food delivery dietetico.
Nella nostra gallery troverete brand giovani o già affermati che con le loro idee imprenditoriali sono diventati, o diventeranno, memoria collettiva.
Fiammetta Gamboni
Credits Immagini: Courtesy of Press Office
I gioielli di Francesca Mo alla mostra ‘Scatenata!’
Da domani la mostra ‘Scatenata!’, inaugurata a Homi 2017 e curata da Alba Cappellieri, si sposta alla Fondazione Stelline, nel cuore della città meneghina.
In esposizione, tra gli oltre 150 gioielli, anche gli orecchini della collezione ‘Lilliput’ di Francesca Mo, architetto e designer da anni nella gioielleria d’autore. Gli orecchini “Lilliput” sono realizzati con un filo d’oro bianco o giallo sottilissimo che rende l’accessorio delicato e leggero. Sono composti da 2 fino a 7 rettangoli o quadrati incatenati tra loro e indossando la lunghezza preferita si ha la sensazione che le simmetrie del volto siano valorizzate al meglio. Nel corso degli anni Francesca Mo ha partecipato a numerose mostre e presentato le sue collezioni scandite da un filo conduttore: l’immaginifico infantile raccontato dalla mano adulta. Oggi i suoi gioielli è possibile trovarli alla Galleria Subert, al JVstore di Jannelli&Volpi, a Villa Panza, nello shop del Grand Hotel Le Sirenuse e nel fashion/design store Salt in Venice, California.
Il design in pillole
La mostra ‘Scatenata!’ sarà aperta dal 21 febbraio al 5 marzo 2017 in corso Magenta 61, Fondazione Stelline
Chi ha già avuto il piacere di visitarla racconta di un percorso avvincente e scatenato che dimostra come da un semplice elemento funzionale possano prendere vita gioielli straordinari
La mostra ‘Scatenata!’ è curata da Alba Cappellieri, docente di Design del Gioiello e dell’Accessorio al Politecnico di Milano
Gli oltre 150 gioielli della mostra sono stati selezionati per tecniche orafe antiche o tra le più avveniristiche tecnologie
Fiammetta Gamboni
Credits Immagini: Courtesy of Press Office
Ѐ questione di appeal – Il Coccio Design Edition
Quando si osserva la nuova collezione Il Coccio Design Edition avvertiamo all’istante una sensazione di totale appeal. Una linea di oggetti per la casa realizzati in ceramica e firmata da 14 designer. Sotto la guida di Giulio Iacchetti, direttore artistico del brand, la squadra di designer si è cimentata nella realizzazione di complementi di piccola e media dimensione.
Lo scopo è stabilire una connessione immediata con chi li vede e, naturalmente, una relazione positiva con chi li usa. Portacandele, orologi, brocche, vasi, contenitori, cestini e altri oggetti per la casa nei colori bianco puro, verde, grigio e rosa che certificano come ogni progettista abbia lavorato in armonia ed empatia con la materia ceramica. Il risultato è una collezione di prodotti che non solo invitano all’uso ma, in alcuni casi, introducono nuove abitudini, grazie alle loro caratteristiche progettuali.
I designer che firmano la nuova collezione de Il Coccio Design Edition sono: Agustina Bottoni, Dario Gaudio, Odoardo Fioravanti, Giulio Iacchetti, Lorenzo Palmeri, Sarah Richiuso, Mario Scairato, Valerio Sommella, Alessandro Stabile, Studio Klass, Studio Sovrappensiero, Luca Spagnolo, Yet Matilde Studio, Carmelo Zocco.
Il design in pillole
Seguite su Facebook la pagina Il coccio design edition
I prodotti saranno distribuiti in Italia e all’estero da Martini Spa, azienda proprietaria e distributrice del brand
Nel corso delle prossime settimana sarà attivo uno shop online dove poter acquistare gli oggetti in ceramica
L’intera collezione è realizzata nel distretto di Nove (Vicenza) e ogni prodotto disponibile in quattro nuance: bianco puro, verde, grigio e rosa.
Fiammetta Gamboni
Credits Immagini: Max Rommel
Basta un Soffio…
Immaginiamo una bolla in vetro che galleggia nell’ambiente circostante. Aggiungiamo un esile stelo in ottone e una solida base in marmo. Così nasce Soffio, elegante lampada progettata dallo studio Giopato & Coombes. Un vero e proprio omaggio alla tradizione del vetro soffiato che, ancora incandescente, viene lavorato e trasformato. Il duo di designer sostiene che progettare sia una sintesi tra l’emozione dell’ideazione e il pragmatismo dell’innovazione. Per capire questa filosofia ci basta osservare la lampada Soffio: da una parte l’estrema compostezza espressa dal disegno minimal e sofisticato. Dall’altra una sorgente luminosa a LED che, frutto di una tecnologia di grande qualità ed elevata efficienza, emette una luce calda e soffusa.
Il design in pillole:
Soffio è la lampada progettata da Giopato & Coombes, potete scoprire tutti i loro progetti visitando il sito www.giopatocoombes.com
Al momento stanno lavorando alla Collezione 2017, che verrà presentata alla prossima Design Week milanese nel distretto delle 5Vie
Seguiteli su Instagram con l’hashtag #wehavethisthingwithlight
Fiammetta Gamboni
Credits Immagini: Federico Villa
Haute couture 2017 : le novità di Dior e Schiaparelli
La tanto attesa settimana dell’Haute Couture parigina si è appena conclusa. Molti i brand che hanno esibito le loro creazioni primavera-estate 2017/18, e molte le novità di questa stagione, tra cui il debutto per Dior di Maria Grazia Chiuri come direttore creativo e il ritorno nell’Haute Couture di Schiaparelli.
Ad aprire la settimana della moda è stata proprio la Maison Schiaparelli con la sua collezione “Chinoiserie at heart”, sfilando al 21 di Place Vendôme dove Elsa Schiaparelli aveva iniziato la propria attività di stilista.
Colorata e aggraziata, la collezione possiede una leggerezza e una vitalità che solo il brand è in grado di dare. Varie applicazioni come cuori, lucchetti, buchi della serratura, aragoste vanno ad arricchire i tailleur bianchi e lunghe mantelle dal taglio semplice ed essenziale.
Il rosa shocking, emblema per eccellenza di casa Schiaparelli, viene declinato in bomber di seta leggerissima o in abiti di chiffon. Ma ciò che dona una sferzata di energia all’insieme sono gli accessori, tra cui dominano i cruissard, declinati nel colore del rosso, giallo senape o glicine, con grandi cuori traforati ed esaltati da tessuti ricamati e stoffe dall’allure orientale.
Maria Grazia Chiuri continua a farci sognare, e questa sua prima sfilata di Alta Moda è un chiaro omaggio a Monsieur Dior e al suo amore per i giardini e i fiori. La sua è una collezione delicata, dal sapore magico e sovrannaturale che catapulta in una dimensione quasi fatata.
Ricami eseguiti minuziosamente a mano e dettagli unici arricchiscono gli abiti sontuosi che vengono immersi in un’atmosfera naturalista. Le nuances del bianco, del nero e qualche tocco di rosso e rosa antico sono investite da sprazzi di brillantini.
Espirit de changement è il nome della Collezione e il concetto chiave che la Chiuri ha voluto imprimere nelle sue creazioni. I capi iconici sono stati rivisitati in maniera attuale, come la Bar jacquet, inventata più di 70 anni fa da Dior in persona, a cui è stato aggiunto il cappuccio (nella versione nera) e l’organza (nel bianco).
Federica Bonetti
Credits Immagini e Video: Courtesy of Press Offices
Cani Sciolti 2017: il calendario disegnato da 13 artisti per l’anno che verrà!
From outer Space presenta Cani Sciolti 2017, il calendario che attraverso nuovi linguaggi e visioni accompagnerà il vostro anno. Per realizzare il progetto (nato nel 2014), lo studio ha scelto ben tredici autori provenienti da diversi settori. L’idea diventa così un racconto illustrato con ironia e sagacia dove gli artisti esprimono inconsapevolmente la loro vita, identificandosi con il mese assegnatogli.
Il calendario, acquistabile su canisciolti.tictail.com, è prodotto in edizione limitata di 100 copie e composto da tredici poster. Ogni mese scoprirete un nuovo protagonista che attraverso la sua creatività renderà prezioso e stimolante lo scorrere del tempo. Se vi affezionate ad uno degli autori potrete conservare il singolo poster e incorniciarlo. “ Cani Sciolti è ispirato ai biglietti di auguri degli Smithson e ad una vecchia agenda con i disegni di Ettore Sottsass scovata tra i corridoi di un fiera del libro” racconta From outer Space.
Gli autori invitati per Cani Sciolti 2017 sono Samuele (Hänsel & Grotesque), Emilio Macchia, ATTO, Jan & Randoald, Etaoin Shrdlu studio, Aliki van der Kruijs, Jean-Benoît Vétillard, MR. G, From outer Space, Studio Temp, Forestieri Pace Pezzani, Dossofiorito, Alessandro Gnocchi.
Il design in pillole:
La direzione artistica e la produzione di Cani Sciolti 2017 è di From outer Space
La stampa è Risograph EZ571
La carta utilizzata è Favini Crush 120 g/m2
Le copie numerate sono 100
L’hashtag ufficiale è #canisciolti2017
Cani Sciolti 2017 si può acquistare su canisciolti.tictail.com
…Buon Anno!
Fiammetta Gamboni
Credits Immagini: Courtesy of Press Office
Mia Moltrasio lancia una capsule collection in partnership con La Tenda Milano
Martedì 16 novembre 2016, La Tenda Milano ha presentato la capsule collection di Mia Moltrasio.
Una selezione di ballerine in velluto e inserto glitterato sul tallone, realizzate in esclusiva per la Boutique La Tenda, in occasione del periodo natalizio.
La Tenda Milano, dà il via all’anteprima Natale 2016 con la capsule collection Limited Edition di MIA MOLTRASIO, abbinata ad una mini calza, il tutto inserito in preziose bustine di seta.
Le ballerine Mia Moltrasio sono un prodotto made in Italy.
Vittorio Longoni titolare della Boutique La Tenda ha scelto MIA MOLTRASIO per continuare il suo percorso di ricerca “emozionale” che quest’anno vanta anche il lancio della E BOUTIQUE digitale che offre una visione a 360° dei marchi presenti in boutique, compresi anche i nuovi arrivi e i new talent.
Rossella Alfani
Credits Immagini: Courtesy of Press Office
Eleventy a confronto col Monte Altissimo della Toscana
Per la prossima stagione calda, Eleventy sceglie lo scenario surreale della Cava di marmo delle Cervaiole, di proprietà di Henraux, situata nel Monte Altissimo in Toscana.
Legata al nome di Michelangelo Buonarroti che esplorò nel 1517, la location diventa la scenografia della campagna uomo e donna SS 2017.
Una scelta, quella di Eleventy, dettata dalla volontà di promuovere luoghi e specializzazioni, appartenenti a settori tradizionali del Paese, che esprimono il valore Italia all’estero.
“La nostra crescita è data dall’essere una realtà che, basata su un network di microimprese artigiane, trasmette quel saper fare italiano, che ci distingue agli occhi degli altri Paesi”.
“Da qui nasce il progetto di una campagna che, ogni volta, ci vedrà uniti a eccellenze di comparti diversi, apprezzati nel mondo per storia, cultura, creatività, innovazione, nell’ottica di creare relazioni tra l’insieme dei settori che rappresentano il made in Italy”, spiegano Marco Baldassari e Paolo Zuntini, fondatori del gruppo Eleventy, rispettivamente, direttore creativo uomo e direttore creativo donna.
Settantotto scatti a colori del fotografo Stefano Guindani ritraggono i modelli, raccontando l’eleganza raffinata delle nuove collezioni uomo e donna Eleventy.
La nuova campagna è accompagnata da uno short movie girato da Andrea Piu, sotto la direzione creativa di Andrea Mauro, con musiche di Andrea Yazee Production, create per l’occasione.
Rossella Alfani
Credits Immagini e Video: Courtesy of Press Office
PARIS FASHION WEEK SS17: Un viaggio nel tempo
Dagli anni ’70 a oggi. Un viaggio nel tempo, gli ultimi stralci della Paris Fashion Week ci raccontano questo.
Per Kenzo, con la sua nuova collezione primavera-estate 2017 è stato in effetti proprio come fare un tuffo negli anni ’70, gli anni delle grandi spalline nelle giacche femminili, gli anni dei lustrini e della disco music.
Musa ispiratrice qui forse anche la famosa “pantera nera” di quegli anni, la cantante Grace Jones. Pantaloni in camouflage morbidi, giacche oversize impermeabili, giubbotti in denim larghi nelle spalle ma corti e stretti in vita e che si abbinano al colore metallico dei sandali aperti, rigorosamente con tacco a spillo. Ma riecheggiano anche vibrazioni degli anni ’80 con le tute in nylon dai colori sgargianti come il rosso fuoco che si alternano ai minidress composti da top lamé e gonne decorate con lustrini e stampe graffitate nei toni del blu e del rosa.
Dagli anni ’70 si passa alla visione “futuristica”, se così si può definire, di Chanel. «This is technology. But with the lingerie, it’s intimate technology!» Karl Lagerfeld esordisce così per descrivere la sua nuova collezione. Un frase ad effetto tanto quanto i suoi due “alieni” che indossano abiti Chanel e che aprono la sfilata.
Colori cristallini e materiali come la plastica, alternati alla seta si abbinano perfettamente ai morbidi e vaporosi chiffon degli abiti prendisole, il tutto nei toni dei colori che ricordano l’estate. Tra gli elementi in aperto contrasto al classico e inconfondibile tweed di Chanel, i grandi medaglioni stile hip hop delle collane, i cappellini con la visiera indossati di lato e le “Chanel robot bag” in 3D.
Si ritorna poi al passato con Valentino e qui Piccioli si è dimostrato all’altezza delle aspettative, guidando la maison in un’epoca passata ma sempre interpretata in chiave moderna, l’epoca del Rinascimento. In effetti, il nuovo direttore creativo è un grande esperto delle forme e delle tecniche della couture di quel periodo e ha trasmesso questa sua passione anche nella nuova collezione.
Come la serie dei fazzoletti raffinatamente ricamati, e gli abiti leggeri e dalle stoffe trasparenti nelle tonalità del rosa e del rosso, delicatamente stampati o arricchiti da fantasie che richiamano la flora e la fauna delle fiabe. Sandali in velluto o slippers in suède rosa si abbinano poi ai pantaloni dal taglio maschile e alle camicie bianche, dall’aria estremamente moderna grazie ai cappotti e trench color corallo, poison-green o beige.
Per Alexander McQueen invece è stato il nord della Scozia la fonte d’ispirazione per la nuova collezione. Paesaggi drammatici, tappeti di fiori fotografati, stormi di uccelli in volo nei cieli grigi e spiagge desertiche. Gli abiti in lana dalle linee morbide e sinuose, gonne con toppe ricamate sopra sono il risultato dell’arte sartoriale realizzata in Italia che ha comunque l’influenza della haute couture inglese.
Interessanti gli accostamenti delle stampe floreali nelle toppe dei jeans e degli abiti. Le modelle di questa nuova collezione firmata McQueen ricordano molto il regno fantasy, dove sirene o divinità del mare, nate dalle profondità delle acque riemergono, pronte a sfilare nelle passerelle parigine.
Di tempi attuali e più vicini a noi è Agnes B. La sua collezione ha, infatti, molto a che vedere con il mondo contemporaneo e la vita in città. La donna a cui fa riferimento è sicura di sé, ha poco tempo da perdere, sempre di fretta e pronta a spostarsi da un punto all’altro della città. Elementi come il casco della moto sottobraccio della modella o sfilare in bici fanno pensare un po’ a questo.
Ma anche la praticità dei suoi abiti, dai giubbotti in pelle dalle linee morbide, ai cappellini avvolgenti, passando per i completi basici e dai colori metallici in giacca e pantalone in abbinato alle sneakers basse. Tutto si rifà a quel concetto di praticità e quindi comodità, senza dimenticare però che alcune scelte stilistiche che sembrano dei chiari riferimenti agli anni ’90.
Stefania Andolfo
Credits Immagini: Vogue IT, Elle IT
PARIS FASHION WEEK: la femminilità prima di tutto
Una donna del futuro che cammina a testa alta sulle passerelle parigine. Sicura di sé, decisa e protratta in avanti. Del resto è pur sempre la donna del futuro. Forse anche un po’ spavalda, con i suoi stravaganti copricapi dai materiali insoliti, il trench fatto ad abito e le sneakers a contrasto con l’organza e gli chiffon dei parka.
Quando l’eleganza si fonde allo stile sportivo in una ricerca continua di innovazione e cambiamento non può che uscirne fuori una collezione futuristica. È così è successo a John Galliano che ha rivisitato i canoni estetici della donna proiettandola nel futuro e traducendola poi nella nuova collezione firmata Maison Margiela per la Paris Fashion Week primavera/estate 2017.
C’è chi invece ha esplorato i confini della sensualità e dell’intimità, delineando forme sinuose che avvolgono l’intera silhouette femminile esaltandone i confini e le linee. È stata forse questa la chiave vincente per il debutto di Bouchra Jarrar, nuovo direttore creativo di Lanvin.
La sua nuova collezione è stata pensata seguendo i principi base dell’armonia e dell’essenzialità. È il corpo a decidere dove e come l’abito deve esser indossato. Così che la seta, la crepe de chin, il pizzo, georgette di seta e raso possano giocare tra loro in un perfetto equilibrio. Un ruolo da protagonista per l’abito Lavallière, accompagnato dal cappotto senza maniche, lo scialle cappotto, la giacca Lapple e lo smoking gessato.
E dalla intimità si passa alla fluidità. Fluidità che conferisce grazia alla donna pensata da Rochas, caratterizzata da una iper femminilità tra le sete e l’organza che la avvolgono, in abiti fluttuanti e leggeri scegliendo colori forti e a volte metallici come il viola, il verde bottiglia, il giallo senape e l’azzurro scuro.
Ma non è tutto etereo ciò che si vede qui a Parigi.
Il contrasto è quello che accompagna il debutto di Anthony Vaccarello che firma una collezione di Saint Laurent dalle linee dure, decise. Mini abiti neri in pelle, un’aria un po’ vintage, stile anni ’80, scollature profonde a cuore dei corpetti trasparenti, spalline morbide e grandi. Non mancano i parka neri, le tute e i pantaloni stretti a sigaretta stile Olivia Newton-John di “Grease”.
Più classica e sobria la donna di Dries Van Noten, che veste abiti essenziali, dalle linee semplici, colori basici come il bianco e il nero arricchiti da qualche dettaglio colorato come le piccole fantasie sui toni del giallo e arancio di alcune camicie, gonne o maniche che ricordano tanto le stampe dei ventagli giapponesi. Tutto però sempre molto sobrio e delicato, come la giacca in doppio petto banca o la camicia nera dal collo e maniche stile vittoriano.
Stile retrò anni ’60 per Vionnet, invece, con i pantaloni a rouches a zampa, grandi poncho stilizzati e fluttuanti, lunghe bluse smanicate e asimmetriche, alternate a gilet sempre lunghi e senza maniche a doppiopetto.
Originale la borsetta allacciata al petto e i long shorts in jeans stracciati a contrasto con le mantelle e le maglie dalle linee più delicate. Come per Dries Van Noten, anche qui i colori basici come il bianco sono alternati a dettagli o righe arancioni, rosa e celeste pallido, sempre in equilibrio e in armonia tra loro.
Stefania Andolfo
Credits Immagini: MarieClaire IT
MFW – Il meglio dello Streetstyle
Non solo in passerella, ma anche lungo le strade del milanese. I fashion addicted sfoggiano i loro outfit ed invadono il quadrilatero della moda.
In occasione della Milano Fashion Week, i blogger, gli influencer, la stampa e tutti gli amanti della moda, si sfidano a colpi di tendenza in attesa di vedere le nuove collezioni Spring/Summer 2017.
Nella gallery il meglio (o il peggio) dello street style della Milano Fashion Week.
Credits Immagini: TeenVogue
MFW – Gli highlights del Day 4
In occasione del cinquantesimo anniversario della Maison, Tomas Maier, designer per Bottega Veneta, porta in scena uno show a dir poco memorabile.
Per celebrare la primavera/estate 2017, l’eleganza trionfa sulla passerella con cappotti estivi e abiti sensuali e sofisticati per la sera. A sfilare noti volti della moda, tra cui Gigi Hadid e Adriana Lima, ma a stupire il pubblico è l’entrata di Laure Hutton, l’attrice americana, emblema di eleganza e raffinatezza.
Segue le medesime orme Ermanno Scervino che con pizzi plissettati e ricami sartoriali arricchisce abiti e giacche in organza. Stupefacenti i vestiti da sera, semi trasparenti ma mai volgari, che rendono la donna di Scervino romantica e sensuale.
Charme sul catwalk per Jil Sander. Semplicità e decisione nei suoi capi, più duri e potenti sulle spalle e più fluidi alla base. Gessati sartoriali, capi plissettati su abiti e top fluttuanti e maglie a coste.
Philosophy di Lorenzo Serafini s’ispira all’icona Brooke Shields in “Laguna Blu”. La collezione propone abiti sensuali e asimmetrici ma molto fluidi arricchiti da pizzi sfumati e fantasie tropicali.
Anna Molinari disegna per Blumarine una linea di abiti semplice, senza eccessi. Collezione pensata per una donna che ama il sole, scegliendo di indossare abiti leggeri in cotone e maglina. Top che lasciano l’addome scoperto, abbinati a gonne ampie che si annodano sui fianchi e che presentano spesso spacchi profondi.
E si approda a Mali con Antonio Marras. Il Mali degli anni Cinquanta e Sessanta, agli esordi della sua indipendenza. Ecco quindi un trionfo di forme anni ’50, riviste e accostate a tessuti speciali come il jeans devorato e il lino maltinto. Gli abiti hanno la vita segnata, corpini arricciati, gonne ampie e voluminose, e sono mossi da drappeggi, pieghe, plissé, nodi, fiocchi, rouches e jabots.
Forte e al contempo leggera femminile. E’ questo il fil rouge che segue la collezione Marni. Dalle tute ai giubbotti, con enormi tasche e solide strutture con lunghissime cinture che segnano il punto vita. Sui pantaloni troviamo gonne strette e sui fianchi si poggiano i cinturoni-marsupio con i doppi marsupi, che servono a dare alla silhouette proporzioni da couture anni ’50.
Credits Immagini: Vogue Runway
Matilde Gioli, vincitrice del Premio L’Oréal Paris per il Cinema 2016
Quando al talento si aggiunge la bellezza, il connubio non può che risultare vincente. Il premio L’Oréal Paris rafforza il legame speciale che ha con il mondo del cinema e tratta proprio del talento inteso in questi termini. La maison, per nove anni di fila, ha da sempre premiato promettenti e giovani attrici, oltre ad essere lo sponsor e il make up ufficiale della 73esima Mostra Internazinale di Arte Cinematografica di Venezia.
Quest’anno, la vincitrice del prestigioso Premio L’Oréal Paris per il Cinema, con il supporto della Direzione Artistica della Mostra di Venezia, è stata Matilde Gioli. Lo scorso 7 settembre al Lido di Venezia, la giovane attrice italiana è stata premiata da L’Oréal Paris, che fa di questo premio un tributo alla bellezza e al talento.
«Sono estremamente orgogliosa che quest’anno L’Oréal Paris abbia deciso di riconoscermi questo premio. Sono felice di dare il volto e voce a un evento che celebra il magico incontro tra arte e bellezza. Ci tengo, inoltre, a dedicarlo a tutte le donne e alla loro incredibile energia», dichiara Matilde Gioli.
Classe 1989, la giovane attrice ha talento da vedere. Lo conferma il suo esordio ne “Il Capitale Umano”, il film diretto da Paolo Virzì, che le ha fatto vincere numerosi premi, tra cui il Premio Guglielmo Biraghi per i Nastri d’argento 2014 e il premio Alida Valli per il Bari International Film Festival. Dal set della serie tv “Gomorra” nel 2014, Matilde Gioli, lo scorso gennaio, ottiene anche il Premio Afrodite come miglior attrice emergente.
Tra le candidate, anche Stella Egitto, Greta Scarano e Laura Adriani, tutte unite dal talento e dalla bellezza.
Presente in tutti i settori della bellezza, dal make up ai trattamenti per la pelle, i capelli e lo styling, il marchio L’Oréal Paris si è sempre distinto per aver rappresentato la bellezza sia maschile e femminile, di tutte le età e di tutto il mondo. In un’occasione come questa della 73esima Mostra del Cinema di Venezia, del resto,non poteva essere da meno. «Per il nono anno è un onore per noi essere il Make-up Ufficiale della Mostra Internazionale D’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. Il Cinema e L’Oréal Paris hanno in comune la passione per l’arte e la bellezza.Il riconoscimento per il talento e la creatività. Forte inoltre è l’impegno nel mondo di L’Oréal Paris a valorizzare le donne e a incoraggiarne l’emancipazione attraverso l’affermazione della propria personalità e femminilità» così conclude Olivier Pequin, il Direttore di marca di L’Oréal Paris Italia.
Un grande onore quindi per Matilde Gioli che si aggiunge all’elenco di altre talentuose attrici premiate negli anni precedenti come Cristiana Capotondi (2008), Carolina Crescentini (2009), Vittoria Puccini (2010), Nicole Grimaudo (2011), Giulia Bevilacqua (2012), Eugenia Costantini (2013), Valentina Corti (2014), e l’anno scorso Valeria Bilello.
Premio L’Oréal Paris per il Cinema: un premio che omaggia, la bellezza, il talento e la creatività.
Stefania Andolfo
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NYFW SS17 – il futurismo in passerella
Il giorno e la notte si confondono , le stagioni non esistono più e si mescolano fra loro, il futuro è alle porte, sembra di essere stati catapultati in un universo parallelo tipo quello del film “Star Trek” ma si respira comunque un’aria di nostalgia per i tempi passati in cui tutto era più semplice, ed ecco la voglia di ritornare a casa accompagnata da quell’idea di romanticismo e spensieratezza che invade i pensieri tra fiori e colori primaverili. La fine del mondo?
No, è “solo” la New York Fashion Week. Tanti i temi contrastanti tra loro che abbiamo visto sfilare in questi giorni nelle collezioni ready to wear per la prossima primavera. C’è chi come Zac Posen dichiara che l’autunno è stata una grande stagione e ha deciso di optare per qualcosa che non ce lo facesse dimenticare troppo. Quello che ne è uscito fuori è un miscuglio di abiti e capi da giorno e da notte, con pantaloncini inguinali, sottovesti che avvolgono la silhouette femminile e si trasformano in mille altri abiti,e pantaloni e giacche in stile “motorbike” alternandole però a stampe floreali e gonne svasate. E se il giorno e la notte si confondono, c’è chi invece confonde le stagioni.
È la filosofia di Rag&Bone che miscuglia e sconvolge l’autunno con l’estate e la primavera con l’inverno. Non bisogna quindi sorprendersi se la sua collezione saluta i climi miti e tropcali con capi leggeri e primaverili ma allo stesso tempo presenta una grande varietà di giacche, maglioncini e pantaloni in pelle. Anche qui in stile motorbike, ma anche traendo ispirazioni dalle divise degli studenti delle scuole pubbliche inglesi o ancora dal vintage degli anni ’90 con felpe oversize con la tipica pallina da 8 stampata, cricket sweaters e jeans affusolati.
Dal miscuglio del giorno e della notte e delle stagioni, si passa al tema futuristico.
DKNY e i suoi abiti in gessato, gli elementi colorati e le atmosfere delle strade di città si riflettono nella nuova collezione, immergendoci in un set tipo quello di Blade Runner o Star Trek. E via quindi con felpe e grandi cappucci, occhiali enormi da sole tondi, anorak e tutti capi che annullano l’individualità e ispirano invece all’uniformità. Una sorta di estetica per tutti, così può esser definita. I colori non potevano che essere scuri. Scelta cromatica che ha seguito anche Vera Wang.
Per lei la primavera è decisamente black. E su questo non c’è dubbio. La sua collezione si apre con una serie di giacche morbide e cascanti nelle spalle ma che si stringono e fasciano i fianchi e il punto vita . Le maniche abbandonate a se stesse e quasi prive di vita scendono lungo il corpo femminile e superano la lunghezza delle braccia, coprendo mani e dita. Si alternano short e long skirt a gorgette, il tutto pensato in un gioco di volumi e proporzioni.
Chi ama invece il passato e quell’idea di romanticismo è Tory Burch, che in un sentimento pieno di nostalgia s’ispira alle atmosfere di una volta. Un ritorno al classico cardigan verde di Kelly, morbide e perlinate gonne, maglioncini stile “marinal”. Dal romanticismo di Tory Burch si passa a quello di Rodarte, ma con una differenza. Per lui è anche sinonimo di contrasto, tradotto nell’unire elementi talmente distanti tra loro in un unico capo come il tutte e il pizzo stile rinascimentale degli abiti o dei crop top e la pelle nera dei giubbotini da biker. Le borchie e le perline. Colori tenui e pastelli a contrasto con abiti e accessori in pelle neri. Un romanticismo decadente, o una forma di ribellione? Quel che traspare è comunque una grande aria e desiderio di contrasto e allo stesso tempo di rinnovamento.
Del resto, anche questo è la New York Fashion Week SS17.
Credits Immagini: Vogue UK
73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica: i film in gara
Dal 31 agosto al 10 settembre, come consuetudine, si sta svolgendo la 73° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, organizzata dalla Biennale di Venezia al Lido di Venezia e diretta da Alberto Barbera.
La Mostra, da sempre, vuole favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in uno spirito di piena libertà e dialogo. Il cinema da sempre è una guida per l’uomo contemporaneo, che permette di dare la propria visione della realtà fornendo tutti gli strumenti per farlo.
La Mostra organizza retrospettive e omaggi a personalità importanti, il tutto per favorire al pubblico una migliore conoscenza della storia del cinema. «Abbiamo visionato 3.200 film e ne abbiamo rifiutato 1.450 per scegliere i 55 ammessi», ha raccontato Barbera. Ecco i film in gara e protagonisti di queste prime giornate di festival.
In concorso per il Leone d’oro, tre film italiani, “Piuma” di Roan Johnson, il documentario “Spira Mirabilis” di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e “Questi giorni” di Giuseppe Piccioni. In gara anche i grandi maestri Wim Wenders, Emir Kusturica e Terrence Malick, Tom Ford, François Ozon e Denis Villeneuve.
Fuori concorso, invece, il western remake de I magnifici 7, diretto da Antoine Fuqua con Ethan Hawke, e il war movie Hacksaw Ridge di Mel Gibson.
Quali di questi film convincerà i gusti delle tre Giurie internazionali (Venezia 73,Orizzonti, Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”)?
Sempre Barbera, in un twitter, ha annunciato che è lecito aspettarsi qualche sorpresa dalla selezione dei film in programma. Intanto, sarà per i recenti fatti, ma dei 20 titoli in concorso otto sono made in Usa e nessuno invece britannico.
Le pellicole in concorso sono venti, tutte molto differenti fra loro e alcune portano la firma di registi importanti a livello internazionale. Si va dall’antropologia con “The bad batch”, storia di cannibali diretta da Ana Lily Amirpour, al documentario sulla nascita dell’universo “Voyage of time” di Terrence Malick, con Cate Blanchett, passando per i segreti della Casa Bianca, nell’attesissimo “Jackie” di Pablo Larraín, con una Natalie Portman nei panni di Jackie Kennedy. Ma vediamo nel dettaglio cosa è successo fino ad ora.
Il primo giorno è stato aperto dal film, opera del regista statunitense Damien Chazelle, “La La Land”. Un musical tra sogno e realtà ambientato nella città californiana L.A. dove i protagonisti sono Emma Stone e Ryan Gosling.A detta dei critici, film riuscitissimo e perfetto per l’ apertura della mostra.
Il secondo giorno protagonisti il melodramma e le creature fantascientifiche, con “Light Between Oceans” di Derek Cianfrance con la coppia Michael Fassbender e Alicia Vikander, freschi da Oscar, e l’attesissimo il film fantascientifico “Arrival” di Denis Villeneuve. Entrambe le pellicole sono in concorso. Poi c’è il ritorno di Gabriele Muccino a Venezia con il suo “L’Estate Addosso” nella 21° edizione del Cinema In Giardino; e Wim Wenders, che torna in concorso con “Les Beaux Jours d’Aranjuex”.
La terza giornata vede Tom Ford con il suo “Nocturnal Animals”, altra pellicola in concorso tratta da un romanzo ovvero ”Tony & Susan” dello scrittore americano Austin Wright. Seguono altre due pellicole fuori concorso: “The Bleeder” di Philippe Falardeau che racconta la storia del pugile che ispirò Rocky, e la seconda invece parla della storia vera del manuale di bombe fai-da-te più usato dai terroristi e dai sovversivi, tratto dal romanzo di William Powell, “The Anarchist CookBook”. Il documentario “American Anarchist” è diretto da Charlie Siskel produttore da Oscar di “Bowling for Columbine” di Micheal Moore.
Ma c’è anche il regista Christopher Murray che si presenta con il suo “El Cristo Ciego(Il Cristo Cieco)”, pellicola in concorso di grande impatto visivo, testimonianza di come sia promettente il cinema cileno.
Sabato poi è stata la giornata delle serie tv con Paolo Sorrentino e la sua ambiziosa serie targata HBO “The Young Pope”. A seguire, prensentati il western “Brimstone” di Martin Koolhoven.
Altri titoli interessanti, il già citato, “The Bad Batch” di Ana Lily Amirpour, la pellicola del regista francese Francois Ozon che si presenta alla sua terza volta al festival con “Frantz”, opera tratta da uno spettacolo teatrale di Maurice Rostand che rinuncia ai colori, in bianco e nero e gira in tedesco.
O, ancora, Lily Rose Depp (figlia di Vanessa Paradis e Johnny Depp) protagonista nel film fuori concorso “Planetarium” di Rebecca Zlotowski.
E se vogliamo parlare in termini di “critica” e di “disappunto”, rimane impresso lo scomposto atteggiamento di tre persone che a fine proiezione della pellicola “Piuma” di Roan Johnson, hanno apostrofato il film con un paio di “Vergogna” e qualche timido “buuu”, abituati forse alla sua brillante comicità non ritrovata (a detta loro) in questo film.
Del resto, la Mostra del Cinema di Venezia, ultimamente, ha abituato il suo pubblico a verdetti improbabili e molte volte spiazzanti, proclamati dai giurati e dai loro gusti. Chissà quest’anno quale sarà il verdetto di Sam Mendes, regista di Spectre, vincitore dell’Oscar per American Beauty e presidente di una giuria glamour, composta tra gli altri dall’attrice Chiara Mastroianni, la cantante e regista Laurie Anderson e lo scrittore di “Romanzo Criminale” Giancarlo De Cataldo. Quale sarà il loro Leone d’oro? Non ci resta che aspettare.
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