E’ stata una delle poche sfilate in presenza, ed è anche per questo, la sfilata Dior ha emozionato. Maria Grazia Chiuri cala il suo pubblico in un’atmosfera intensa, dove immagini e parole trovano si incontrano e si fondono.
In questa armonia, Maria Grazia Chiuri si cala nella società e la reinterpreta su misura femminile: la Bar jacket è trasformata nella struttura con la reinterpretazione di silhouette derivanti da una collezione Dior autunno-inverno 1957., luso dei lacci permette di modularla a piacere sul proprio corpo. Anche la camicia subisce una trasformazione, diventando una tunica, u un abito, abbinata a pantaloni ampi a righe sempre con la coulisse o gli short. Sotto ampi colorati, a righe, trovano spazio tailleur, abbinati a foulard segnati dal paisley e da motivi floreali.
Nonostante il glamour, la collezione rispecchia la ricerca di un’analisi attenta del mondo attuale e di come questo impatti sulla moda, e nonostante il futuro incerto, la Chiuri sembra aver trovato la strada per la sua personale chiave di lettura.
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